Che te ne fai se un agente non ce l’hai?

La guida passo-passo per individuare, contattare e far lavorare un agente.

Renditi visibile sul mercato e inizia a vendere le tue sceneggiature!

 

Ancora una volta ti devo mettere in guardia rispetto ai limiti di questo corso. Infatti parlando dei meccanismi dello show business Americano può benissimo succedere che alcuni aspetti, specialmente se legati al denaro e alla commercializzazione di un prodotto, non siano compatibili col mondo Italiano.

Dunque questo modulo leggilo più che altro per cultura personale, o studialo nel caso avessi modo di contattare delle case di produzione o degli agenti negli USA.

Non saprei darti indicazioni precise su quali siano i procedimenti per vendere una sceneggiatura in Italia, ma sicuro che prendere spunto dai nostri amici oltreoceano non può far male.

 

I Trend

Un artista sa che per aver successo dovrà riuscire ad entrare nel mercato del suo settore, e mai come a Hollywood questo bisogno è sentito dagli aspiranti professionisti. Tantissimi studenti di sceneggiatura della UCLA consultano quotidianamente giornali, siti e blog delle case di produzioni per capire quale sia il trend del momento, quali siano le tematiche che van per la maggiore nei film che si stanno producendo in quel dato periodo.

Ad esempio potrebbero vedere che sono in produzione tre film sugli alieni e altri quattro su famiglie divorziate che cercano di ricongiungersi. Ecco che allora gli sprovveduti studenti si mettono a scrivere come dei pazzi una storia su uno di questi due trend, nella speranza di riuscire a farsi notare da qualche produttore.

Ci sono tre motivi per precisi per cui questo atteggiamento è sbagliato e non ti porterà altro che delusioni:

  1. Se già stanno girando quei film “trendy” vuol dire che il trend è iniziato minimo 6 mesi prima, e che dunque è già saturo.
  2. Quando avrai concluso la sceneggiatura relativa al trend, quel trend sarà già finito e ce ne sarà un altro al suo posto.
  3. Molti altri grandissimi sceneggiatori avranno già scritto nel frattempo una sceneggiatura su quel trend, e ti ritroveresti a competere su uno stesso tema con i migliori autori in circolazione. Bellissima sfida per carità, ma sei sicuro sia il modo più intelligente per emergere come artista?

Detto questo non cercar mai di seguire le tematiche più in voga, ma mostra la tua originalità e il tuo tocco personale. Un trend non è un monopolio, c’è sicuramente sempre posto per altre tematiche.

Devi prenderti dei rischi e scrivere la tua storia personale anche se non rientra in alcun trend.

L’errore più grande che puoi fare è cercare di lavorare su strade “sicure”.

Ricorda poi che anche se non riesci a vendere la tua sceneggiatura personale e ben scritta puoi sempre:

  • Usarla come biglietto da visita per far vedere le tue doti.
  • Usarla per cercare di ottenere dei finanziamenti da case di produzione.
  • Usarla per cercare di farti assumere per riscrivere sceneggiature di altri.

 

Insomma non hai scuse per demoralizzarti e rinunciare a scrivere!

 

Rappresentanza

A scuola le gite scolastiche dovevano avere una qualche valenza educativa, e tutte erano legate ad un argomento del programma scolastico.

Per chi invece studia sceneggiatura quale potrebbe essere una gita educativa? Dove si potrebbe andare?

Se potessi porterei i miei studenti a visitare gli uffici di un Dipartimento della Storia a Los Angeles. Si tratta del dipartimento di una casa di produzione adibito alla valutazione e sviluppo delle storie.

Se ti ci portassi rimarresti a bocca aperta nel vedere le pareti di questi uffici! Tutti i muri, a eccezione di porte e finestre, sono letteralmente tappezzati di mucchi e mucchi di sceneggiature. Questi cumuli di carta partono da terra e arrivano almeno a metà altezza del muro (più in alto è difficile vadano perché crollerebbero verso il centro della stanza).

Non saprei fare una stima di quante sceneggiature sono accumulate in media in un ufficio del Dipartimento della Storia, ma di sicuro sono qualche migliaia.

L’aspetto triste di tutto questo è sapere che più del 99% di quei testi non verranno mai trasformati in film.

Grazie tante Fabio, ora sì che mi sento incoraggiato a proseguire! Mi spieghi come fa uno sceneggiatore a farsi notare in mezzo a tutte quelle sceneggiature?

Certo. Per riuscirci uno sceneggiatore può fare due cose:

  1. Inviare la propria sceneggiatura tramite un agente.
  2. Inviare la propria sceneggiatura direttamente.

Sembrano due cose opposte. E in realtà lo sono. Il fatto è che sono entrambe due strade sensate e percorribili.

In qualunque caso invia le tue sceneggiature ai produttori via posta normale, in versione stampata e non via email.

Per un produttore è scomodo leggere una sceneggiatura al computer, preferisce farlo manualmente. E si scoccia se deve stamparsela lui o se, peggio, deve andare a ritirarla all’ufficio postale. Chi sei tu da richiedergli uno sforzo simile?

In oltre se mandi il tuo lavoro per email c’è il rischio che il formato venga stravolto dal software che usa lui per leggerla. Ad esempio io ora sto scrivendo su Pages del Mac, ma se tu aprissi il mio file con Word di Windows potrebbe cambiare il formato e l’impaginazione. Se proprio hai deciso che devi inviare una email, manda un file in pdf.

Per evitare errori del genere, e anche per altri motivi, ti consiglio di chiedere l’intervento di un agente.

Non è che non creda in te o nella tua tenacia, ma una casa di produzione difficilmente leggerà una sceneggiatura senza che essa arrivi da un mittente conosciuto (l’agente appunto) e ti spiego perché non lo farà mai: c’è il forte rischio che la casa di produzione riceva denunce per plagio se per caso dovesse uscire un film con una storia vagamente simile a quella inviata dallo sceneggiatore rompiscatole di turno. Per evitare questo tipo di scocciature ha dato l’ordine agli uffici del Dipartimento di non aprire posta che arrivi da sconosciuti. Non aprendo la busta (anzi, la rinviano al mittente) si tutelano da qualsiasi accusa di plagio.

Inoltre se si vedono recapitare una sceneggiatura direttamente dallo scrittore possono pensare che questo non sia stato capace di trovarsi un agente e che quindi sia un artista di scarsa qualità. Se si mettono in testa questa cosa è molto probabile che non vogliano nemmeno toccare la tua busta.

Ti ricordi che ho tanto insistito sul fatto di lasciar fare il proprio lavoro ai vari professionisti che lavorano insieme a te?

Bene, per lo stesso motivo ti consiglio di affidarti ad un agente, in quanto il tuo lavoro è scrivere e il suo è quello di vendere il tuo scritto. Puoi fare l’agente di te stesso, ma devi avere davvero un talento innato per riuscire a far bene tutte e due le cose.

Nel capitolo Il Post-Successo del modulo L’Abitudine di Scrivere avevo raccontato come uno degli sceneggiatori più di successo al mondo è finito in miseria una volta licenziato il proprio agente. Questo perché lo sceneggiatore…era uno sceneggiatore, non un commerciale! Vendere non era il suo mestiere e da solo non ce l’ha più fatta.

 

Contattare

Email

Se proprio hai deciso di mandare una email invece che una lettera normale va bene, ma leggi prima con attenzione queste righe.

Le persone che guardano al mondo dello spettacolo dal di fuori ti diranno che per trovare l’agente giusto per te dovrai tirarti a lucido, andare a super cene di gala, presentarti nei più alti uffici dello show business, indossare magari lo smoking.

Possono arrivare a passare giornate intere ad ipotizzare le tecniche migliori, le strategie più sopraffine, e alla fine si scordano di dirti di scrivere per prima cosa un buona sceneggiatura. Senza un buon prodotto tra le mani non c’è strategia che tenga, nessun agente ti vorrà mai (è anche per questo che ho messo questo modulo per ultimo).

Gli agenti sono sempre alla disperata ricerca di buone sceneggiature da poter rappresentare. Devi solo contattarli.

Per contattare un agente la verità è che è più che sufficiente mandare una email fatta bene.

Se avrai fatto breccia e avrai catturato la sua attenzione ti chiederà di inviargli ulteriori dettagli o direttamente la sceneggiatura.

Alla UCLA può capitare di sentire studenti del Dipartimento di Cinema lamentarsi perché, nonostante avessero inviato decine di email ad altrettanti agenti, non avevano mai ricevuto risposta.

La soluzione a quel dilemma è sempre una: l’email era scritta male.

Oltre ad un linguaggio confuso e informazioni poco chiare, può anche accadere di vedersi cestinare l’email perché la sinossi della storia che era in allegato era troppo lunga.

Una sinossi? Un riassunto dunque? La devo allegare alla email?

È proprio questo il punto: non devi allegarla! E se sono loro che te la chiedono fai in modo che sia breve!

Nel caso dovessi inviare una sinossi della tua storia sappi che sarà l’unica cosa di quella email che verrà letta. Quindi deve essere più che perfetta. Deve essere un micro assaggino della trama, un aperitivo che faccia venire l’acquolina in bocca all’agente, e che lo spinga a contattarti per farsi dare il resto della sceneggiatura. Non farla mai più lunga di una pagina, e ometti dettagli importanti perché dovrai fargli venire voglia di scoprirli; non dovrà avere scampo!

Altra cosa a cui devi stare attento è di non provare a fare giochetti di marketing all’avanguardia.

Un esempio realmente accaduto è quello di uno scatolone recapitato nell’ufficio di un agente; una volta aperto si è trovato davanti tantissimo polistirolo sbriciolato, una sceneggiatura…ed un piccione…vivo! Il piccione aveva un foglietto legato alla zampa con scritto “sì” e “no”. L’agente veniva invitato a leggere la sceneggiatura e, una volta valutata, a rispondere allo scrittore barrando una delle due caselle, rimettere il foglietto alla zampa del povero volatile e lasciarlo volare dalla finestra. Questo sarebbe tornato dal suo padrone con la risposta.

Tutto quello che quello sceneggiatore burlone ha ottenuto è stato sdegno da parte dell’agente, e una visita da parte della Protezione Animali.

Per email non si possono fare queste cose, ma evita di stupire con titoli fuorvianti o esagerati, link a video o allegati assurdi.

Sii pulito e professionale.

Telefonate

Sei uno sceneggiatore. Dunque cos’è che sai far meglio? Scrivere! E allora perché andare a telefonare quando puoi scrivere una bella lettera o una email?

Oltre a questa ferrea logica, considera che una lettera non disturberà mai un agente, mentre una chiamata può risultare invadente e fastidiosa.

Magari aspetti di ricevere una risposta dall’agente, ma dopo due settimane questo ancora non si è fatto sentire; ecco che balena nella tua mente la malsana idea di chiamarlo per essere sicuro che abbia ricevuto il tuo materiale. Non farlo mai! Non chiamare mai per un motivo del genere. Non farai altro che apparire amatoriale e fastidioso.

E allora come faccio a sapere se ha ricevuto la mia sceneggiatura?

Innanzitutto controlla di aver scritto correttamente il suo nome. Specialmente se hai a che fare con persone di un altro Stato può capitare di commettere degli errori nel trascrivere il nome, ed è un errore da non commettere per due motivi:

  1. Non arriverà mai al destinatario.
  2. L’agente si potrebbe offendere. E potrebbe inoltre pensare che te ne freghi di lui e di conseguenza anche del testo che hai inviato.

Fatta attenzione ad evitare questo errore, non c’è altro che puoi fare per aver la certezza che la tua busta arrivi a destinazione. Anzi, quasi sicuramente arriverà. Non c’è motivo di pensare il contrario. Certo può capitare che le Poste facciano confusione ma sono eccezioni.

Ripeto ciò che ti ho già detto in altri moduli: a Hollywood la prima impressione è l’unica impressione che puoi dare, non hai seconde possibilità.

Quando invii una sceneggiatura sii sicuro che sia la versione definitiva. Mai e poi mai chiamare per chiedere di scartare quella che hanno in mano perché ne hai appena finita una migliore! Se un tuo lavoro non è finito o definitivo non devi mandarlo a priori!

L’unica ragione per chiamare un agente è perché lui ti ha chiesto di farlo, o ti ha chiamato e tu non hai potuto rispondere subito.

E se richiamandolo ci fosse la segreteria telefonica ricordati sempre di seguire una regola del bon-ton e del business: lascia sempre detto chi sei ed il tuo numero di telefono! Anche se lo può vedere dalla segreteria telefonica; anche se sei certo lo abbia già in rubrica. Tu lascia sempre e comunque nome e recapito telefonico.

È un gesto che fa trasparire rispetto nei suoi confronti. Pensa ad esempio se fosse in viaggio o se fosse in compagnia di altre persone. Sarebbe molto scomodo per lui cercare di capire chi sei, o trovare il tuo numero in rubrica. Molto meglio se gli rendi la vita più facile e fornisci direttamente i dati che gli servono. Gli fai risparmiare tempo e lui è contento.

Il modo migliore per mostrare rispetto nei confronti di un agente è appunto il non fargli perdere tempo. Per questo se devi lasciargli un messaggi in segreteria fai in modo che sia il più breve e conciso possibile. Usa la regola del Less Is More anche nelle chiamate.

Per la stessa ragione nel caso tu avessi una segreteria telefonica personalizzata (non la classica “*Operatore Telefonico* messaggio gratuito; il cliente da lei chiamato…”) fai bene attenzione ad essere breve nel tuo messaggio, e chiarisci il tuo nome. È seccante per un agente chiamare qualcuno e non avere la certezza di star lasciando il messaggio alla persona giusta.

Sempre a proposito della tua segreteria telefonica, controlla di averla attiva. Qui in Italia è abbastanza comune sui numeri cellulari, ma non altrettanto sui numeri fissi. Un agente non chiamerà mai una seconda volta se il telefono squilla a vuoto.

Assicurati di essere sempre reperibile in qualche modo.

 

“Raggiungere Un Agente: Metodo per Principianti Passo-Passo”

Trovare un agente, come hai appena visto, non è propriamente facile. Purtroppo tutte le forme d’arte (teatro, cinema, TV, ma anche pittura, scultura e letteratura) hanno una cosa in comune: la maggior parte di quello che ci trovi dentro è spazzatura, mentre solo una piccola parte ha effettivamente un valore elevato.

Con “valore elevato” mi riferisco al primo principio de I Tre Princìpi Segreti, ovvero i soldi. Un’opera ha valore quando è richiesta ed apprezzata da un vasto pubblico. E solo pochissime produzioni artistiche lo sono.

Beh insomma, ci sono migliaia di film e migliaia di spettacoli teatrali famosi, e chissà quanti dipinti…

Verissimo, ma hai idea di quanti altri ce ne sono, e di quanto siano di pessima qualità?

Secondo il mio modesto parere (ma te lo riporto senza alcuna prova a supporto) mi sento di dire che per ogni opera di valore ce ne sono almeno 130 che andrebbero buttate nel cestino. In questo numero comprendo anche tutto il materiale amatoriale (un artista necessita di formazione ed esperienza, non di attestati accademici).

C’è un campo artistico dove conviene puntare allora?

Punta sempre ad arrivare nel campo che più ti piace, ma se dobbiamo parlare di quattrini allora il vincitore assoluto è la televisione!

Lavorare per la TV è in assoluto il lavoro più remunerativo per uno sceneggiatore.

Una sceneggiatura in questo campo può arrivare ad essere pagata anche 4milioni di dollari.

Se poi hai la fortuna di entrare a far parte del gruppo di autori di una serie TV allora i guadagni si moltiplicano grazie alle royalties.

Le royalties sono i diritti d’autore, e in America sono ben retribuite. Se scrivi una puntata per una serie TV, e questa serie viene trasmessa più volte, ogni qual volta il tuo episodio passa in televisione ti spetta di diritto lo stesso identico compenso che hai ricevuto la prima volta!

Ad esempio se per scrivere un episodio ti han pagato 150mila dollari, riceverai 150mila dollari ogni volta che il tuo episodio va in onda! E per una serie di medio successo questo capita almeno due volte all’anno! Per anni!

Non so dirti le cifre e le percentuali delle serie TV Italiane, ma sono piuttosto sicuro che non siano neanche lontanamente simili a quelle di Hollywood.

Oltre ad essere i meglio pagati, gli sceneggiatori televisivi sono anche quelli trattati meglio. Il motivo è che sono decisamente più numerosi rispetto agli sceneggiatori cinematografici (per il cinema basta uno sceneggiatore, per una serie TV ci vuole un’intera squadra di autori).

Ma mi stai dicendo queste cose per farmi invidia, per spingermi a cercare di lavorare per la TV o per quale altro motivo?

Prima di tutto voglio cercare di darti una panoramica più ampia possibile sul mondo dello spettacolo a Hollywood. In secondo luogo, il giro d’affari della televisione ti può tornare utile.

Lascia che mi spieghi: quando uno sceneggiatore televisivo partecipa alla creazione di una serie TV viene messo sotto contratto con quella specifica rete (tipo la CBS, la FOX e altri) in modo tale che possa rimanere e sviluppare la serie senza che questa cambi stile durante gli anni.

Ed ecco due vantaggi per te:

  1. Un buon sceneggiatore televisivo non rimane per molto tempo sul mercato perché verrà assunto per lavorare su una serie, quindi la concorrenza è limitata.
  2. Invece di cercare di contattare un agente…puoi contattare direttamente uno degli sceneggiatori della tua serie TV preferita!

Quest’ultimo punto è interessantissimo! Un autore televisivo entra così tanto a far parte della produzione di una serie che arriva ad avere quasi lo stesso potere del produttore o del direttore della rete!

Se la metti così, in effetti è davvero un aspetto interessante! Ma contattare un super autore TV sarà difficile tanto quanto contattare il direttore della FOX…

E qui ti sbagli.

Ora fai bene attenzione, sto per darti un’informazione che da sola vale più di dieci volte quello che hai pagato per questo corso. È una cosa che uno studente di cinema in America può arrivare a sapere piuttosto facilmente, ma che qui in Italia nessuno conosce! Sto parlando dell’indirizzo al quale scrivere per contattare direttamente qualsiasi autore di qualsiasi serie TV made in Hollywood!!! Basta che nei titoli di coda guardi come si chiama, poi prepari una bella lettera con tutto quello che vuoi dirgli e la spedisci a:

c/o Writers Guild of America, West, Inc., Membership Department, 7000 West Third Street, Los Angeles, CA 90048.

Scrivilo così come te l’ho scritto.

E cosa si deve scrivere ad un grande sceneggiatore? Cosa devo mettere nella lettera? Come mi devo comportare?

Ti avevo detto, prima di comprare il corso, che ti avrei fornito i trucchi passo-passo e non sarei stato teorico, giusto? Mi piace mantenere le promesse, dunque qui di seguito ti metto un esempio di una lettera da inviare ad un autore televisivo. Te la metto sia in Italiano che in Inglese.

La prima parte sarà per adulare un po’ il tuo interlocutore:

Dear [nome dello sceneggiatore]

Likely I watch more television than anyone ought to, but every once in a while a show comes along that makes it all worthwhile. Your episode [titolo dell’episodio a cui vuoi far riferimento] of [titolo serie TV in questione] changed my life forever.

Spettabile [nome dello sceneggiatore]

Probabilmente guardo più televisione di quel che si dovrebbe, ma ogni tanto capita una serie che fa sì che ne valga la pena. Il Suo episodio [titolo dell’episodio a cui vuoi far riferimento] di [titolo serie TV in questione] ha cambiato la mia vita per sempre.

 

Poi si entra un po’ più nello specifico del lavoro di quello scrittore:

I recall in particular the way [nome del personaggio] confronted [nome altro personaggio] over the question of [motivo di scontro]. When she tells him [pezzo di dialogo] and he responded [pezzo di dialogo] I just about to fell out my La-Z-Boy recliner.
I even dropped the channel zapper (which my schnauzer promptly ate).
In what might otherwise have been but a mildly diverting half hour you were able keenly and precisely to posit profound insights into human nature. I’ll never again view the question of [motivo di scontro] in quite the same way.

Ricordo in particolare il modo in cui [nome del personaggio] si è scontrato con [nome altro personaggio] sulla questione di [motivo di scontro]. Quando lei gli ha detto [pezzo di dialogo] e lui ha risposto [pezzo di dialogo] sono letteralmente saltato giù dalla mia poltrona La-Z-Boy (ndr. è una marca di poltrone nota in America).
Ho anche fatto cadere il telecomando (che il mio schnauzer si è prontamente mangiato).
In quella che sarebbe altrimenti stata una mezz’ora di leggero svago, Lei è stato in grado di porre in maniera acuta e precisa intuizioni profonde sulla natura umana. Non sono più stato in grado di guardare al problema della [motivo di scontro] allo stesso modo.

 

 

Non dire subito che sei uno scrittore e che saresti disposto a tutto pur di farti raccomandare da lui a qualche rete o casa di produzione. Continua la lettera facendogli vedere che ti interessa veramente di lui e della sua vita, del suo lavoro. Mostrati curioso e pronto ad apprendere.

I’ve always wondered about the day-to-day methods of talented, disciplined artists such as yourself. I am curious to know, for example, whether you write with pencil and ruled yellow legal pad or utilize a word processor.
Of course, I have no right to presume you will respond to such questions; I recognize they’re none of my business and, moreover, that you are undoubtedly too busy creating still more dazzling fare.
Therefore, I won’t squander another moment of your time. Please know that i am forever grateful for your having touched my life. I offer you congratulations and thanks for sharing your considerable gift with me and millions of viewers all around the nation and the world.

Sincerely
[tuo nome]

Mi sono sempre chiesto quale fosse la routine quotidiana di un artista talentoso e disciplinato come Lei.
Sarei curioso di sapere, ad esempio, se Lei scrive a mano con una penna su un normale foglio oppure usa qualche software di scrittura.
Naturalmente non ho la presunzione di pensare che Lei risponda a tali domande; riconosco che non sono affari miei e, inoltre, che Lei è indubbiamente troppo impegnato nel creare altre meravigliose puntate.
Pertanto, non La disturbo oltre. Sappia che Le sarò eternamente grato per aver cambiato la mia vita. Le faccio le mie congratulazioni e La ringrazio per condividere il Suo dono con me e milioni di spettatori da tutta la nazione e dal mondo.

Distinti saluti
[tuo nome]

 

Stando a quel che mi ha insegnato il professor Walter ci sono poche certezze a questo mondo, e una di queste è che lo sceneggiatore ti risponderà!

Lo farà per due ragioni:

  1. Ogni scrittore, anche il più famoso, è partito da zero come te. Sarà felice di poterti aiutare, e sarà lusingato per le tue attenzioni.
  2. Ogni scrittore, anche il più famoso, coglierà al volo l’occasione di poter evitare di lavorare per qualche minuto e dedicarsi ad altro…come ad esempio risponderti.

Lo sollevi dal pesante compito di lavorare, e contemporaneamente lo fai sentire importante ed utile.

Se tu fossi nei suoi panni non risponderesti?

Io francamente sono almeno 8 anni che lo faccio. Ricevo spesso messaggi o email da ragazzi che vogliono informazioni sull’Accademia Nazionale del Cinema, o magari chiedono delucidazioni su qualche post che ho scritto nel forum di attori che gestisco. Mi farebbe piacere poter rispondere anche a qualche tua domanda riguardo questo corso, sono sempre a disposizione.

In questa lettera non tirare in ballo argomenti sulla profonda natura dell’arte dello scrivere, o su qualche altro tema pesante e complesso. Limitati a chiedere informazioni sulla vita personale dello scrittore, sulle sue abitudini (sempre riguardo lo scrivere, ovvio).

Secondo te gli sceneggiatori Americani hanno piacere a parlare di queste cose con uno sconosciuto?

Prova, e poi dimmi se riesci a fermarli. Ti sfido a farli stare zitti una volta che son partiti per la tangente!

Puoi tranquillamente chiedere loro che caffè bevono per stare svegli a lavorare, che stampante hanno, che durezza ha la mina della loro matita per le correzioni, e cose del genere.

Una volta che lo sceneggiatore ti ha risposto non scordarti di riscrivergli. Ringrazialo e magari fai un altro paio di domande innocue. Se sei riuscito a stabilire una buona relazione ed empatia puoi provare a spingerti oltre e chiedergli di leggere il tuo testo. Potresti scrivere una cosa del genere:

…and finally, I want to let you know that you have so inspired me that i’ve actually written an episode. I do not tell you this in order to solicit your consideration of my wretchedly amateurish effort with an eye toward a recommendation to an agent (yours, for example) but merely to share with you how affirmatively your creativity has affected on particular member of your vast, grateful audience. …ed in conclusione, vorrei farLe sapere che mi è stato di grandissima ispirazione, tanto che ho scritto io stesso un episodio. Non Le sto dicendo questo con lo scopo di sollecitare la sua attenzione verso il mio sventurato ed amatoriale lavoro con un occhio volto ad una buona parola di raccomandazione con un agente (il Suo per esempio) ma semplicemente per condividere con Lei quanto potentemente la Sua creatività abbia influenzato uno fra i suoi tantissimi ammiratori.
 

Stando a ciò che mi è stato detto alla UCLA, è praticamente sicuro che lo sceneggiatore passerà la tua sceneggiatura ad un agente, magari al suo.

Probabilmente vuole dimostrare di avere abbastanza potere da riuscire a far leggere il tuo scritto ad un agente.

Inutile che ti dica che alla fine le possibilità di un tuo successo dipendono tutte dalla qualità della tua sceneggiatura, quindi fai ben attenzione che sia il più perfetto possibile!

 

Il Terrore di Hollywood

C’è una cosa che terrorizza a morte tutti gli sceneggiatori emergenti: vedersi rubare la propria idea da una casa di produzione a cui si aveva mandato la sceneggiatura.

Per fortuna si tratta solamente di un incubo, perché nella realtà è una cosa che accade talmente di rado da ritenersi ancora più rara di un’eccezione!

Ad Hollywood produrre un film senza effetti speciali e senza grandi pretese sceniche costa almeno un paio di milioni di dollari. Una casa di produzione non spenderà mai una cifra del genere per un film di cui non detiene legalmente i diritti. Sono dei grandi professionisti, ma prima di tutto sono degli eccezionali business man, e se c’è il rischio di perdere i soldi investiti stai pur certo che non si avventureranno in un inghippo così grosso.

Non sei riuscito a rassicurarmi. Sono sempre stato sfortunato nella vita, e son sicuro che l’unica casa di produzione truffaldina la becco io.

Va bene, va bene, provo a darti qualche dritta per evitare al 99% che ti venga rubata una sceneggiatura.

Innanzitutto considera che puoi proteggere la tua sceneggiatura, non la tua idea.

Non si possono brevettare le idee, e tantomeno si possono proteggere col copyright (o meglio…in alcuni casi si può ma è una questione giuridica che devi affrontare con un avvocato) e l’unico modo per proteggerti è trasformare la tua idea in sceneggiatura.

Sviluppa sempre le tue idee se hai intenzione di metterle sul mercato!

Una volta fatto collegati al sito della Writers Guild of America (WGA) e più specificatamente a questa pagina.

Non saprei dirti in Italiano con una parola cos’è la WGA; è un misto tra un sindacato ed un ufficio brevetti, ma la cosa importante è che è l’ente Americano specializzato nel registrare e proteggere con diritto d’autore le sceneggiature (devi anche registrarti all’ufficio copyright per il copyright, ma non entro in dettagli tecnici perché per noi stranieri possono cambiare ed io non sono un avvocato)! Il servizio per stranieri costa poco e consegnando il tuo scritto a loro sarà protetto da ogni plagio!

In oltre sul sito della WGA puoi trovare una speciale lista dal valore inestimabile: la lista delle agenzie per sceneggiatori!!! Le agenzie rappresentano sia cinema che televisione.

Non so se hai ben compreso il valore di questa informazione. Nelle righe precedenti ti ho detto come avvicinare un agente…e adesso hai a disposizione degli indirizzi a cui mandare le tue lettere!

Come se non bastasse la lista della WGA comprende solo le agenzie di Los Angeles (sono le più importanti) ma nulla ti vieta di cercarne anche a New York tramite la Writers Guild of America Est, la filiale della WGA sulla costa est degli States. I servizi offerti sono sempre gli stessi.

Non vado oltre nel parlarti della Writers Guild of America perché ci sono mille modi per poterne sfruttare i servizi e tutto dipende da cosa hai scritto, come vuoi registrare la tua opera, se hai già un agente…insomma non saprei dare altre indicazioni valide per tutti i miei lettori. Se conosci l’inglese esplora il sito e divertiti a scoprire i vantaggi che può darti.

Uno scrittore ha tante cose di cui preoccuparsi, ad esempio i dialoghi, la trama, il protagonista, ma non deve di certo preoccuparsi di vedersi rubare il proprio testo.

In ogni caso consulta sempre un avvocato prima di agire!

 

Finalmente il Tuo Agente

C’è una cosa che devi tenere bene in mente: gli agenti sono persone come me e te.

Hanno i loro pregi, i loro difetti e sopratutto i loro impegni. Se non ti rispondono subito è un buon segno, vuol dire che hanno tanti clienti da seguire e dunque sanno fare il loro lavoro.

Nei film l’agente dei VIP è spesso rappresentato come un giovane rampante con l’auricolare bluetooth sempre attaccato all’orecchio. In realtà devi stare molto attento ad un agente che ti chiama un paio di volte la settimana per sapere come stai e per scambiare due chiacchiere. Potrebbe voler dire che non si sta impegnando al massimo nel vendere la tua sceneggiatura!

Con lui devi avere prima di tutto un rapporto professionale e lavorativo, e solo in secondo luogo un’eventuale amicizia.

Un agente può fornirti due servizi:

  1. Trovarti un ingaggio (una sceneggiatura su commissione).
  2. Vendere una tua sceneggiatura originale.

Per gli scrittori agli esordi di norma ci si limita al secondo servizio. Se non hai referenze o un nome nel settore è quasi impossibile che ti paghino per scrivere una sceneggiatura su commissione o collaborare a scrivere una. Non ti conoscono ancora, non possono conoscere le tue capacità.

Ma nel mondo dello spettacolo i produttori non sono sempre in cerca di idee nuove?

Assolutamente no.

Nello show business non cercano idee nuove, cercano nomi conosciuti.

Intendo che non cercano qualcuno di sconosciuto per creare un prodotto che si spera sia per lo meno mediocre; cercano persone che sicuramente faranno un prodotto mediocre. E le persone che danno quel tipo di sicurezze sono quelle che han già lavorato con quei produttori o in quel dato settore.

Ma come faccio a fare esperienza se cercano solo persone con esperienza?

Devi prima scrivere qualcosa di talmente buono che un agente sia in grado di venderlo senza che ci sia la richiesta (e io sono qui proprio per questo).

Come probabilmente ho già detto durante questo corso, quando si parla di arte ci sono dei sentieri più battuti e delle strade più usate, ma si può arrivare al medesimo risultato passando da un’infinità di percorsi diversi.

Io mi limito a spiegarti le tecniche che danno più possibilità di aver successo, ma non sono le uniche. Però se questo è quel che han fatto gli autori più premiati di Hollywood perché non seguire il loro esempio?

Hai visto prima che il modo migliore per contattare un agente è per email o per posta (per posta sicuramente attirerai di più la sua attenzione).

L’obbiettivo di questo primo contatto e farti rispondere dall’agente e fare in modo che ti chieda di inviargli una tua sceneggiatura. È di cruciale importanza che questa lettera o email sia scritta in maniera impeccabile! Ti presenti come uno scrittore, dunque devi avere una padronanza eccelsa della lingua. Se commetti qualche errore di sintassi o di grammatica ti bruci ogni possibile collaborazione.

Mettici anche due o tre giorni per scriverla, non avere fretta. Una volta finita puoi copiarla ed inviarla a tutti gli agenti che vuoi.

Come ti ho mostrato nell’esempio di lettera da inviare ad un autore televisivo, non devi inviare nessuna sceneggiatura e nessun soggetto durante il primo contatto.

Ora un piccolo trucchetto degno di un agente segreto: ogni lettera che invii devi inviarla all’attenzione di un agente specifico, MAI della agenzia. Dovrai scrivere “All’attenzione di Fabio Slemer” e non “All’attenzione della TiRappresentoVolentieri srl.”

La lista delle agenzie la trovi nel sito della WGA che ti ho linkato sopra.

Sì ho visto il link, ma ci sono solo i nomi e indirizzi delle agenzie, non degli agenti. Dove trovo i nomi?

È qui che si deve scatenare lo 007 che c’è in te. Chiama l’agenzia, e chiedi gentilmente di farti dare il nome di un loro agente (se hai un settore specifico in mente chiedi di un agente adatto a quel settore). Userai quel nome nella lettera.

Può benissimo capitare che dalla segreteria non dicano nulla e che ti mettano giù il telefono. Prova allora a chiamare e chiedere di un nome a caso. Ecco un esempio della chiamata:

“Salve vorrei parlare con Barry Stein.”

“Non c’è nessun Barry Stein qui, forse intendeva Harry Steinberg?”

Ed ecco il nome che ti serviva!
Lo so, sembra un tentativo disperato eppure ha funzionato diverse volte per molti ex studenti della UCLA.

Se proprio non dovesse funzionare neanche così sii sincero con chi è al telefono, spiega che ti serve un nome per poter mandare una lettera/email e creare un rapporto di collaborazione stretto e personale. Davanti alla sfacciata sincerità non è facile dire di no.

Finalmente è arrivato il momento di scrivere questa benedetta lettera.

Se prima hai dovuto trasformarti in una spia supersegreta ora devi diventare un luminare del marketing.

Io ti consiglio di scrivere la lettera utilizzando l’effetto Zeigarnik:

Effetto Zeigarnik: l’effetto per il quale il cervello non riesce a dimenticare i compiti incompleti e produce una irresistibile spinta a completarli.

Negli anni ’20 la psicologa Lituana Bljuma Zeigarnik era al ristorante con amici quando notò che un cameriere riusciva a ricordare tutti i dettagli di decine di ordinazioni non ancora completate (senza scriverle su un foglietto, teneva tutto a mente) mentre dimenticava totalmente una ordinazione non appena aveva finito di servire il tavolo.

Dopo vari esperimenti e test capì che il cervello rimane focalizzato su un obbiettivo fintanto che questo non viene raggiunto. Non si darà pace se prima non ha completato la missione.

Per questo nel marketing, e nella tua lettera, dovrai scrivere qualcosa di incompleto, in modo tale che il cervello di chi ti legge lo spinga a chiederti come va a finire.

Ti faccio qualche esempio:

Dear Mr. Steinberg:

I am [descrizione in una riga su chi sei].
I have written a screenplay, GIANGIGIO AND THE TALKING GOLDFISH, an action/adventure story set in contemporary Castellammare di Stabia and ninth-century Porto Cervo.
May I send it to you for your consideration?

Cordially
[tuo nome]

Spettabile Mr. Steinberg:

Mi chiamo [descrizione in una riga su chi sei].
Ho scritto una sceneggiatura, GIANGIGIO ED IL PESCE ROSSO PARLANTE, una storia del genere avventura/azione ambientata in una moderna Castellammare di Stabia ed in un Porto Cervo del diciannovesimo secolo.
Potrei inviarla alla Sua attenzione per un parere?

Cordialmente
[tuo nome]

 

Come vedi le informazioni che dai non sono complete: hai solo dato l’ambientazione della storia, ma non un singolo cenno sulla trama. Una presentazione del genere facilmente incuriosirà un agente, che vorrà sapere cosa può collegare Castellammare di Stabia dei giorni nostri con Porto Cervo del 1800. E soprattutto…cosa c’entra un pesce rosso?!

Potresti però voler mettere un pochino di trama, perché sai che è il punto forte della tua storia.

Dear Mr. Steinberg:

I am [descrizione in una riga su chi sei].
I have written a screenplay, GIANGIGIO AND THE TALKING GOLDFISH.
It is a comedy about a goldfish who have to  attend a trial as witness.
May I send it to you for your consideration?

Cordially
[tuo nome]

Spettabile Dr. Steinberg:

Sono [descrizione in una riga su chi sei].
Ho scritto una sceneggiatura, GIANGIGIO ED IL PESCE ROSSO PARLANTE.
È la storia di un pesce rosso che deve testimoniare in un processo.
Potrei inviarla alla Sua attenzione per un parere?

Cordialmente
[tuo nome]

 

Come vedi anche qui mancano delle informazioni. La trama incuriosisce e la voglia di saperne di più è tanta.

Questa soluzione però è la più rischiosa specialmente per chi è alle prese col mondo della scrittura per la prima volta. La voglia di scrivere di più, di ampliare il discorso, di dare più dettagli pensando che contribuiscano a far capire il valore della propria storia spesso porta a non scatenare l’effetto Zeigarnik.

Un’altra opzione che ti suggerisco è quella di mettere come “trama-Zeigarnik” la formula del “cosa succederebbe se…” che hai imparato nel modulo Dall’Idea alla Sceneggiatura. Ha tutte le caratteristiche per incuriosire a sufficienza un lettore.

L’ultima soluzione che mi viene in mente viene diretta dal modulo Le Due Regole Base: scrivi qualcosa di personale.

Dear Mr. Steinberg:

On January 4, 2009, I walked into my apartment and found my neighbor’s cat in an intimate situation with my beloved goldfish. They were both sweaty and panting.
Unfortunately, what I did in response to finding them led to my arrest. Six years later I’m still dealing with the consequence of my actions. But you know what they say about lemons and lemonade.

Would you be interested in knowing more?

Cordially
[tuo nome]

Spettabile Dr. Steinberg:

Il 4 Gennaio 2009 entrai nel mio appartamento e trovai il gatto del mio vicino in una situazione intima col mio amato pesce rosso. Erano entrambi sudati ed affannati.
Sfortunatamente ciò che feci subito dopo portò al mio arresto. Sei anni dopo sto ancora pagando le conseguenze delle mie azioni. Ma sa come si dice: trai il meglio da quello che la vita ti offre.

Sarebbe interessato a saperne di più?

Cordialmente
[tuo nome]

 

Ora…sfido chiunque a non volerne sapere di più!

Ovviamente l’effetto sarà maggiore se la storia che racconti è vera. Non mentire mai ad un agente! Se dichiari che è una storia vera deve esserlo davvero.

A monte di tutto ciò non dimenticare di avere una trama solida ed accattivante. Potrai scrivere la lettera più “Zeigarnikkosa” del mondo ma devi avere delle basi solide.

Ancora una volta ti consiglio di mandare la lettera via posta normale, scritta a mano. Un agente riceve chissà quante email ogni giorno e potrebbe succedere che la tua si perda nel marasma del suo computer. Se invece riceve una lettera cartacea stai pur sicuro che prima o dopo la aprirà. In oltre si ricorderà di te perché sarai uno dei pochi ad aver scritto a mano.

Il trucco è: distinguiti.

 

Agenti: Contratti e Legislazione

Sarò breve, anche perché come ho già detto quando si parla di contratti e leggi bisogna lasciare spazio alla singola trattativa e non tutto si può generalizzare.

Comunque per la legge Americana un agente non può chiedere più del 10% del ricavato che farà ottenere allo sceneggiatore.

In oltre, a prescindere dalla durata del contratto, uno scrittore può essere libero di cambiare agente se in tre mesi consecutivi questo non è stato in grado di procurare nemmeno una offerta di lavoro o una vendita.

Mai, in nessun caso, si deve pagare un agente prima che questo abbia venduto il tuo prodotto. Lui guadagnerà solo dalle percentuali dei tuoi introiti, quindi stai alla larga da chiunque ti chieda soldi in anticipo! Questo vale anche in Italia.

Nel rapporto tra te e l’agente quello che ha più da rimetterci…è proprio l’agente!

Infatti per uno scrittore è una bazzecola cambiare agenzia, ce ne sono tante e tutte han bisogno di lavorare, mentre per un agente non è facile tenersi stretto un buon scrittore.

Non è raro cambiare agente ogni 2 o 3 anni.

Proprio per questa ragione in America c’è una usanza strana: i contratti sono per la maggior parte orali. Non viene chiesta la firma dello sceneggiatore.

Se la cosa ti spaventa ti tranquillizzo subito. Il fatto è che un contratto non ti serve perchè:

  • Le commissioni sono fissate per legge col massimo del 10%. Un agente non ti chiederà mai di meno, né può chiederti di più. Quindi perché metterle per contratto?
  • Un agente non può tradirti con un altro scrittore (di lavoro ne ha più di uno, non c’è conflitto di interessi) mentre tu puoi tradire lui. È lui casomai che avrebbe bisogno di tutelarsi con un contratto.
  • Le tue sceneggiature le hai già registrate alla WGA, non te le si può rubare.

Insomma, se non vedi arrivare qualcosa da firmare non impaurirti, è normale a Hollywood.

 

Copyright ed Effetto Idrante

Quando uno scrittore viene pagato per scrivere una sceneggiatura partendo dal soggetto di qualcun altro, per riscrivere il testo di un altro sceneggiatore o per adattare un libro per il cinema si dice che è uno “scrittore su commissione”.

Uno scrittore su commissione non possiede il copyright su ciò che scrive. È un po’ come essere i dipendenti di un’azienda e ricevere lo stipendio per un lavoro di cui non vedrai riconosciuto i meriti.

Non c’è niente di male, intendiamoci, ed anzi è la forma più comune di lavoro per uno sceneggiatore.

Un produttore è super orgoglioso delle sue idee, le ritiene le migliori del mondo, quindi prima di tutto pagherà uno scrittore perché gliele sviluppi, e solo quando avrà finito le idee valuterà di produrre qualche testo originale.

Dunque posso avere il copyright solo sulle sceneggiature originali che scrivo, giusto?

Il tuo ragionamento è giustissimo, ed infatti è così per gli scrittori di libri e per gli autori di teatro. Ma non per gli sceneggiatori di cinema.

Il copyright di una sceneggiatura originale è sempre dello studio che la produce.

Non so se è la legge che lo impone (non penso), ma di sicuro la casa di produzione ti farà firmare un contratto dove accetti di cedere i diritti a loro.

Ci sono due grossi lati negativi nel cedere il copyright:

  1. Guadagni molto meno di quello che avresti potuto se avessi posseduto il copyright.
  2. Il produttore può decidere in qualsiasi momento di chiamare un altro sceneggiatore che metta le mani sul tuo testo e lo riscriva.

Le case di produzione puntano sempre alla perfezione, e nella loro testa un buon modo per raggiungerla è quella di far riscrivere la sceneggiatura a più scrittori.

In aggiunta bisogna considerare l’Effetto Idrante di cui avevo già parlato in uno dei moduli precedenti, ovvero chiunque vorrà intervenire sul testo per reclamare un po’ di autorità.

Su una cosa però puoi star tranquillo: non potranno mai in alcun modo togliere il tuo nome! Risulterai sempre tu come autore di quella sceneggiatura, e mal che vada verranno aggiunti altri nomi dopo il tuo.

 

Vendita, Marcia Indietro ed Opzioni

Vendere una sceneggiatura è molto simile a vendere una Playstation o un’automobile: tu dai il prodotto e qualcun altro ti dà dei soldi in cambio.

Può succedere però che una sceneggiatura, seppur acquistata dalla casa di produzione, non venga mai prodotta e trasformata in film. Sembra strano e controproducente per un produttore, ma è il destino che seguono la maggior parte delle sceneggiature che compera.

Per questo la WGA ha introdotto da poco una legge che consente ad uno sceneggiatore di riappropriarsi del proprio testo e del relativo copyright dopo 7 anni dalla vendita se questo non è ancora stato prodotto (cioè non ne è ancora stato fatto il film). L’unica cosa che deve fare è spedire una raccomandata e ridare i soldi ottenuti dalla vendita 7 anni prima. In pratica è possibile ricomprarsi la propria sceneggiatura ed i relativi diritti. Questa proceduta viene chiamata in gergo “marcia indietro”.

Una volta riavuti i diritti si può procedere a venderla a qualche altra casa di produzione.

Questa è la vera differenza tra il vendere una sceneggiatura ed il vendere una macchina: nel primo caso la vendita costituisce l’inizio del business, mentre nel secondo caso ne è la conclusione.

Dal momento che con una “marcia indietro” il produttore riceve tutti i soldi che aveva speso per l’acquisto si potrebbe pensare che non sia un problema per lui affrontare quel piccolo procedimento. In realtà in un settore dove l’immagine è tutto non fa mai piacere vedere una sceneggiatura che un tempo era tua andare nelle mani di qualcun altro e, orrore orrore, venire addirittura prodotta. Alla lunga si può arrivare a pensare che quel produttore sia incapace di produrre un qualsivoglia film, e perderà notorietà….e clienti.

Dunque cosa può si può offrire ad uno scrittore per far sì che non ricorra alla “marcia indietro”?

Di solito viene proposto un contratto con “opzione”.

L’opzione consiste bene o male in un affitto dei diritti di una sceneggiatura e costa decisamente di meno rispetto ad un acquisto.

In oltre può essere conveniente anche per lo scrittore: dopo diversi tentativi di vendere la sceneggiatura andati a vuoto la voce si sparge e diventa sempre più difficile riuscirci; dunque è una buona idea quella di proporre in “opzione” quel testo in modo che un produttore sia invogliato a testarne le effettive potenzialità. La sceneggiatura verrà così letta da più persone e lo sceneggiatore avrà più possibilità di farsi conoscere.

Quando si sceglie una “marcia indietro” lo scrittore deve ridare i soldi che gli erano stati pagati, mentre con una opzione non deve ridare un bel niente. In più si può opzionare un testo all’infinito!

Pensa che bello! Tu scrivi una sceneggiatura, la opzioni per diciamo 50mila dollari, e l’opzione dura un anno. Se non venisse mai prodotto il tuo testo lo puoi opzionare ad un’altra casa di produzione, sempre per 50mila dollari, ogni anno!

Si può dire “soldi gratis”? Penso di no…ma io lo dico lo stesso!

Quasi nessuno spenderà 400mila dollari per una sceneggiatura che decine di produttori han rifiutato, ma in tanti potrebbero spenderne 50mila con una opzione e rischiare.

Sul contratto verrà poi stabilito un termine entro il quale il produttore deve decidere se acquistare definitivamente la sceneggiatura oppure restituirla all’autore. In caso di acquisto la cifra spesa per l’opzione verrà detratta dal prezzo finale (nell’esempio che ho appena fatto: il valore della sceneggiatura è 400mila dollari; ne vengono pagati 50mila per l’opzione, e quando il produttore decide l’acquisto pagherà i restanti 350mila dollari).

Oltre il fatto che puoi opzionare quante volte vuoi, considera che è sempre conveniente cercare di far produrre un testo, che sia con l’opzione o che sia con la vendita, perché poi lo scrittore riceve dei bonus in denaro in base agli incassi al botteghino ed al merchandising relativo al film (magliette, dvd, action-figures, interviste, sequel e prequel…)

Ricorda poi che quando avrai concluso qualche contratto di opzione inizierai ad essere considerato un professionista e non più un amatoriale.

 

RIEPILOGO

  • Non seguire mai i trend.
  • Puoi inviare la tua sceneggiatura ad una casa di produzione da solo o tramite un agente.
  • Meglio farlo tramite un agente.
  • Per contattare un agente puoi usare email, una lettera cartacea o una telefonata.
  • Molto meglio inviare qualcosa di scritto. L’opzione migliore è inviare una lettera cartacea.
  • Qualsiasi sceneggiatore è raggiungibile via posta al seguente indirizzo: c/o Writers Guild of America, West, Inc., Membership Department, 7000 West Third Street, Los Angeles, CA 90048.
  • Ci sono dei passaggi da seguire per scrivere una lettera efficace ad un agente; segui gli esempi che trovi in questo modulo.
  • Non aver paura che ti rubino i diritti d’autore sulla tua sceneggiatura: ci son metodi per proteggersi.
  • Iscriviti e registra la tua opera alla Writers Guild of America.
  • Sul sito della WGA trovi gli indirizzi di decine di agenzie di rappresentanza. Contattale per trovare un agente.
  • Usa l’effetto Zeigarnik per incuriosire l’agente.
  • Effetto Zeigarnik: l’effetto per il quale il cervello non riesce a dimenticare i compiti incompleti e produce una irresistibile spinta a completarli.
  • Non è strano cambiare agente ogni due anni, quindi non farti mai problemi in merito.
  • Nel cinema il copyright di una sceneggiatura è della casa produttrice, ma non per questo il tuo nome verrà cancellato o non verrai pagato.
  • Una sceneggiatura la puoi vendere: prendi tanti soldi subito, anche se poi non viene prodotto il film.
  • Se dopo 7 anni ancora non è stato girato il film puoi “ricomprare” i diritti del tuo testo per la stessa cifra che ti era stata pagata 7 anni prima.
  • Per avere più visibilità puoi opzionare i diritti della tua sceneggiatura: affitti i diritti per un tot di tempo ad una casa di produzione, la quale ti pagherà immediatamente, e non dovrai ridare indietro i soldi una volta scaduto l’affitto. Puoi ri-opzionare il tuo testo tutte le volte che vuoi finché non viene prodotto il film.
 
 

Con questo si conclude il corso di sceneggiatura di Accademia di Sceneggiatura.

Spero ti sia piaciuto e che tu abbia imparato cose nuove ed interessanti. Sono sicuro che mano a mano che ti abituerai ad usare le tecniche ed i metodi che ho descritto diventerai uno scrittore sempre più bravo, ed inizierai a farti notare nel campo cinematografico e televisivo!

Il mondo artistico è un sogno, e tutti sappiamo quanto è brutto doversi svegliare. Tu non svegliarti mai, e fai della tua vita un autentico miracolo!

Rimango a disposizione al mio indirizzo email per qualunque cosa tu voglia dirmi o chiedermi.

 

Per intanto ti saluto ti faccio il mio più grande in bocca al lupo!

Ciao!!!

Fabio Slemer