L’Abitudine di Scrivere
Il successo di uno scrittore non è dettato solamente dai suoi studi e dal suo talento.
Scrivere per lavoro è uno stile di vita, e queste sono le cose che devi fare se vuoi vivere (ed ottenere risultati) come uno scrittore.
Il lavoro dello scrittore è, appunto, un lavoro. E come ogni lavoro c’è il forte rischio che col passare del tempo subentri la noia, oppure che l’insoddisfazione porti alla demoralizzazione.
Come se questo non bastasse, uno sceneggiatore deve affrontare ancora più ostacoli: una volta finita faticosamente la sceneggiatura, deve venderla. Una volta venduta deve sperare che il film venga prodotto. Una volta prodotto il film bisogna che questo venga distribuito nei cinema. Una volta distribuito lo sceneggiatore deve affrontare la critica e il pubblico.
A volte mi chiedo come facciano a non mandare tutto al diavolo. Come fanno a non scoraggiarsi? Dove trovano la forza di affrontare mesi e mesi di attesa per finire un lavoro, per poi restare col fiato sospeso altri mesi per vedere se il tuo testo viene accettato?
Le risposte sono due:
- Hanno un carattere forte.
- Hanno adottato l’abitudine di scrivere.
Sul primo punto non posso dire niente; il carattere non te lo posso insegnare.
Posso invece aiutarti a prendere l’abitudine di scrivere!
Ma cosa sarebbe questa “abitudine di scrivere”?
L’abitudine di scrivere è un insieme di esercizi ed azioni che, se ripetuti nel tempo, rendono più facile ed automatico superare gli ostacoli tipici di uno scrittore.
L’Idea
Chi di noi non ha mai avuto una idea per un film? Se andassi a chiedere in macelleria vedresti che il macellaio, sua moglie e più della metà dei loro clienti hanno avuto almeno una idea che avrebbero voluto veder trasformata in film.
Allora perché se tutti hanno idee per dei film, nessuno è riuscito a vendere quella idea ad un produttore?
Perché l’idea è rimasta solo un’idea. Nessuno di loro si è mai seduto ad un tavolo per scriverla sul serio. Magari hanno l’illuminazione, il colpo di genio, ne parlano con amici e parenti riscuotendo consensi entusiasti…e poi basta.
Un vero scrittore invece quando ha una idea si mette subito al computer e comincia a scrivere.
Non sto dicendo che una persona solo per il fatto di essere uno scrittore allora ha delle idee migliori di quelle di mia nonna. Lui però, al contrario di mia nonna, ha l’abitudine di scrivere sempre quello che gli pare possa essere un buono spunto per una storia. E poi scrive la storia.
Se, scrivendo, vedrà che l’idea non è valida si fermerà e cancellerà tutto; se invece l’idea è buona ne farà una sceneggiatura (o un libro).
Porta sempre con te un taccuino, e segnati ogni idea che ti viene in mente.
Quando poi torni a casa mettiti a scrivere quella storia.
Non importa quante ne scrivi, non importa quanto siano buone. Devi solo esercitarti ed abituarti a considerare ogni tua idea come un valido spunto per un film, e poi svilupparla (per sapere come fare vai a rileggere il modulo Dall’Idea alla Sceneggiatura).
Facendo così scoprirai che ti sarà sempre più facile capire quali idee possono essere ritenute valide e quali no, fino a quando arriverai ad avere solo idee eccellenti.
Il Blocco dello Scrittore
Avrai sicuramente già sentito parlare del blocco dello scrittore. È il terrore di chiunque debba battere a macchina o sulla tastiera per lavoro.
Questo blocco è l’incapacità da parte dello scrittore di trovare qualcosa da scrivere per proseguire il suo testo.
Non so se anche tu ne sei spaventato o se ti è capitato di trovarti in questa situazione, ma qualunque siano le tue esperienze ho una buona notizia per te: il blocco dello scrittore è una leggenda metropolitana!
Non esiste assolutamente nessun blocco! Quella cosa che ti succede quando devi scrivere e non ti viene in mente niente si chiama “naturale processo della scrittura”. Succede a tutti gli scrittori! Anche ai più famosi e bravi!
Non è vero! Io ho un amico che scrive e che ogni tanto ha il blocco dello scrittore. Mi ha detto che proprio non riesce ad andare avanti, rimane fermo anche per settimane intere prima di riuscire a scrivere una riga. Quindi questo blocco esiste!
Ti devo contraddire: quello non è il blocco dello scrittore; quella è amatorialità.
Se il tuo amico non riesce a scrivere è perché semplicemente non sa come fare per superare questa normalissima fase della creazione di un testo. Uno scrittore con esperienza invece non si fa fermare da questi piccoli dettagli.
E allora cosa si deve fare quando ci si blocca?
La cosa più banale al mondo: si deve scrivere!
Sembra una presa in giro, me ne rendo conto, ma se provi vedrai che ho ragione.
Il tuo personaggio è appena uscito di casa, e adesso non sai bene cosa fargli fare. Hai già passato tre ore fermo davanti allo schermo pensando a tutte le varie possibilità, provando a vedere se potevi usare l’integrazione, immaginando dialoghi o monologhi ma non hai trovato una soluzione che ti ha soddisfatto.
La soluzione è: scrivi la prima cosa che ti viene in mente, e vedi dove va a parare.
La prima cosa che pensi è che il tuo personaggio potrebbe andare al bar (anche se non sai il perché)? Scrivi tutta la scena, anche se è banale e con degli errori (li correggerai dopo). Scrivendo ti potrebbe venire in mente che può incontrare qualcuno lì dentro.
Non ti soddisfa?
Prova con la seconda idea che ti è venuta in mente: fallo andare al parco. Scrivi di getto tutto quello che vedi nella tua mente, e tutte le prime azioni che immagini. Magari ti viene da scrivere che viene investito mentre attraversa sulle strisce pedonali. Oppure viene accolto da un cagnolino libero, e subito dopo fa amicizia con la padrona. Chi lo sa. Sto scrivendo anch’io queste ipotesi al volo, senza pensare se sono buone, senza chiedermi dove mi porteranno.
La stragrande maggioranza delle cose che scriverai con questo metodo saranno scemenze che cancellerai quasi subito.
Come questa del parco. Magari è ridicola!
Passa allora alla terza cosa che, senza pensarci troppo, ti viene da far fare al tuo personaggio. Potresti farlo rientrare in casa perché ha dimenticato il portafogli.
Mentre stavo scrivendo queste ultime due righe non sapevo che avrebbe dimenticato il portafogli, mi è venuto da aggiungerlo, come un flash, subito dopo aver scritto “rientrare in casa”. Ora chiediti: “Cosa succede una volta rientrato?”. Scrivi la primissima ipotesi che hai fatto.
E così via.
Fabio scusa ma mi sembra una gran cavolata. Che senso ha scrivere cose a caso? Io la mia storia ce l’ho, non mi serve inventare altre situazioni che magari non c’entrano niente con la mia trama.
E chi ha mai detto che quello che scrivi per sbloccarti sarà parte della storia?
L’obbiettivo di questa “abitudine di scrivere” è quello di abituarti a creare nella tua testa soluzioni sempre nuove. Sforzandoti a scrivere il tuo cervello si avvia, come il motore di una macchina, e una volta avviato è difficile fermarlo.
Ogni volta che la tua fantasia rallenta o è in difficoltà, il tuo cervello ha imparato che deve comunque buttare fuori qualche idea, e col tempo sarà sempre più bravo a darti idee buone!
In secondo luogo, magari scrivendo di getto potresti trovare dinamiche nuove e migliori rispetto a quelle che avevi programmato. Non spaventarti se ti ritrovi a cambiare dei pezzi della tua storia. È proprio così che funziona il processo creativo!
Scadenza
Se ti capiterà mai di fare lo scrittore per lavoro dovrai scontrarti con una cosa piuttosto fastidiosa: la scadenza della consegna.
Se sei riuscito a vendere un tuo soggetto ad un produttore, e questo ti ha chiesto di consegnare la sceneggiatura finita entro tre mesi, tu in tre mesi devi averla conclusa! È una questione di professionalità. E corri il rischio di non essere richiamato per altri lavori in futuro.
La buona notizia è che la scadenza non è tua nemica.
Innanzitutto consegnare il tuo lavoro dopo il tempo previsto è controproducente:
- Non è mai successo che avendo più tempo per scrivere una sceneggiatura questa risulti migliore.
- Verrai preso poco sul serio dagli altri professionisti del settore.
- Perderai la tua spontaneità e brillantezza nei dialoghi e nelle scene che scriverai.
- Cercherai di correggere gli errori, e avrai così tanta ansia di farlo che cancellerai anche cose che andavano bene.
- Nessuna sceneggiatura è mai veramente perfetta al 100%; non andare in cerca della perfezione.
Se invece rispetterai la scadenza avrai molto meno tempo per finire, e accadranno le seguenti cose:
- Eviterai di perderti in particolari inutili.
- Avrai modo di capire quali scene sono davvero importanti e quali invece sono sacrificabili.
- Verrai visto come un serio professionista.
Di conseguenza la qualità della sceneggiatura aumenterà.
Abituati a rispettare i tempi di consegna, ed a non farti stressare dalla fretta.
Se ancora non scrivi per lavoro poniti comunque una scadenza; rimarrà lo stesso un hobby, ma perché non approfittarne e farlo bene?
Riscrivere
Lo ripeto spesso in questo corso, ma devi imparare a riscrivere la tua sceneggiatura più e più volte prima di considerarla finita.
Questo però va fatto con un certo metodo. Gli sceneggiatori alle prime armi si fanno prendere dal panico, si fermano dopo ogni scena e riscrivono tutto da capo. Ma facendo così alla fine avranno riscritto la prima scena centinaia di volte, mentre avranno rimesso mano all’ultima soltanto una o due volte. Ne uscirà un film corposo e complesso per la prima metà, mentre la seconda metà e la conclusione sembreranno scritte in fretta e furia, poco curate. Non cominciare a riscrivere il tuo testo se è ancora incompleto.
Riscrivi la tua sceneggiatura soltanto quando l’avrai terminata.
Ma intendi che devo riscrivere tutto da zero?
Eh sì, purtroppo sì. È il processo più lungo e noioso di questo lavoro, ed è nella capacità di non mollare durante questa fase che si vede se una persona ha la stoffa per fare lo sceneggiatore a Hollywood oppure no.
I veri sceneggiatori hanno l’abitudine di riscrivere tutto molte volte.
Bene, ora che hai passato diverse settimane a riscrivere e riscrivere la tua sceneggiatura, è arrivato il momento di presentarla ad un produttore. Tanto il grosso del lavoro è fatto, no? Ora è tutta discesa! Niente più giornate noiose passate a rileggere e riscrivere cose che già sai! Niente più polpastrelli doloranti dall’eccessivo contatto con la tastiera!
Eh invece…la tortura non è ancora finita.
Questo è il momento in cui è assolutamente necessario che ti ricordi quello che hai letto nel modulo I Tre Princìpi Segreti, specialmente del capitolo Soldi. Sei nello show business, devi scrivere qualcosa che valga la pena di essere visto. O almeno questo è quello che deve pensare il produttore.
Sarà il produttore infatti a richiederti alcune modifiche. Potrebbe chiederti di spostare più avanti un determinato evento, o di cambiare l’ambientazione, di ridurre le scene e di modificare le azioni. Lo fa per due motivi:
- Lui gestisce i soldi, e sa quanto si può spendere e quanto costa girare la tua sceneggiatura. Deve stare dentro il budget.
- Lui, il produttore esecutivo e gli assistenti produttori sono vittime del “Effetto Idrante”.
L’Effetto Idrante è quel fenomeno per il quale tutti quanti vogliono pisciare sulla tua sceneggiatura, per marcarne il territorio come farebbero i cani. Scusa il francesismo…
Ad un produttore piace un sacco far vedere che è così tanto influente e potente da poter modificare parti di storia. È una questione di orgoglio.
I produttori esecutivi e gli assistenti invece vogliono farsi notare, mettere in mostra le loro conoscenze ed intuizioni, devono trovare il modo di dimostrare alle case di produzione che ci capiscono qualcosa di cinema.
Morale: ad un tratto tutti diventano super sceneggiatori espertissimi.
Sì ma che tristezza dai! Io allora perché mi devo sforzare tanto se poi la sceneggiatura me la riscrivono gli altri come piace a loro?
Beh, per prima cosa un film è una opera d’arte collettiva: ognuno ha la sua specializzazione ma la collaborazione tra i vari reparti deve sempre essere attiva.
In secondo luogo, sempre per il fatto che si tratta di un lavoro di squadra, devi riconoscere la competenza ed il ruolo del produttore, che sa meglio di te cosa è possibile girare e cosa no.
Terza e ultima constatazione: ti pagano per questo, è il tuo lavoro.
Ecco, ora che ti ho demoralizzato ti do la soluzione per evitare di farti mettere i piedi in testa.
Si chiama “Tecnica del Sì-Ma”.
“Fabio, devi cambiare i personaggi, tutti, da Italiani ad Egiziani” – “Sì, ma così sappi che perderemo questo dettaglio, e questo, e quest’altro.”
“Fabio riscrivi la storia ambientandola però su Marte” – “Sì, ma ambientandola su Marte non sarà possibile che accada questo, questo e quest’altro.”
“Fabio la storia deve essere ambientata nella preistoria, non ai giorni nostri” – “Sì, ma così sappi che perderemo questo aspetto fondamentale, quest’altro legame e questa dinamica.”
Asseconda le modifiche che ti vengono chieste, ma fai sempre presente le conseguenze di tali cambiamenti.
Inconsciamente un produttore rispetta ed apprezza molto di più uno scrittore che si batte per le proprie idee.
Stai solo attento a non farti guidare dall’orgoglio. Ribatti sempre con onestà e chiarezza; non puntare ad avere per forza ragione.
Anche questa è un’abitudine che devi prendere.
Sperimentazione
Il fatto di dover riscrivere la sceneggiatura a volte perché è richiesto, a volte perché è una procedura da fare, a volte perché ci sono degli errori la rende tale e quale ad un’altra disciplina: la scienza.
La sceneggiatura è un continuo esperimento.
Come uno scienziato accetta senza problemi un esperimento fallito, così pure uno sceneggiatore dovrà accettare di aver scritto una cosa sbagliata. Come ogni esperimento che si rispetti infatti, il fatto di ricominciare o di correggere vuol solo dire che ci si sta avvicinando sempre più alla versione finale.
È un po’ come scolpire il marmo: dopo le prime martellate ti può sembrare di aver ottenuto una statua carina e non vorresti più metterci mano. Poi però ti convinci a proseguire, e riprendi a scalpellare. Butti via altro marmo, togli quello in più, e mano a mano che lo fai la statua diventa sempre più dettagliata e più bella. Alla fine avrai tolto tutto il marmo non necessario e avrai ottenuto un capolavoro!
La stessa cosa la fai quando riscrivi la tua sceneggiatura. Ogni volta che la ricominci ti accorgi di qualche dettaglio superfluo (come il marmo in eccesso della statua), qualche errore, e allora lo togli con il tuo “scalpello” (cioè la tastiera).
Non devi aver paura di cancellare e buttare via delle parti. Devi invece amare questo procedimento, perché ogni volta che lo fai (se lo fai con intelligenza ovviamente) migliorerai notevolmente il tuo lavoro.
E come faccio a capire cosa devo togliere?
Prima di tutto controlla se è integrato. Se non lo è allora puoi modificarlo o buttarlo.
Il secondo modo per capire cosa devi togliere ce lo hanno insegnato i nostri genitori sin da quando eravamo piccoli. Quando aprivamo un barattolino di yogurt e questo aveva un cattivo odore e uno strano colore cosa ci dicevano di fare? “Non so se sia andato a male oppure no, ma…
…nel dubbio buttalo via.”
Se una cosa non ti convince da subito molto probabilmente va eliminata. Devi cercare il colpo di fulmine con le tue scene. Se ti devi sforzare di amarle allora è una relazione che non può avere un futuro.
Potrebbe capitare, specialmente se non sei ancora abituato a cancellare a cuor leggero quello che hai scritto, di non trovare il coraggio di eliminare dei pezzi. Prova allora a fare così: prendi un foglio bianco e dividilo in due colonne. Da una parte scrivi tutti i motivi per i quali quel pezzo/dialogo/passaggio/scena andrebbe tenuto, dall’altra parte i motivi invece per i quali andrebbe tolto. Alla fine dai una occhiata all’elenco dei pro e dei contro e fai le tue valutazioni.
Un esperimento è molto più utile quando qualcosa va storto, perché fornisce importantissime informazioni utili!
Quando tutto va bene non mi interessa andare a capire perché. Se invece imparo le cose che non funzionano sarò in grado di migliorarmi e di fare meglio ogni volta sempre di più.
Abituati a buttare via le parti inutili.
Il Post-Successo
Questa è una fase alla quale ti auguro di cuore di arrivare! Se ci arriverai ricordati che nasconde dei grossi pericoli per la tua carriera.
Il lavoro dello scrittore non è un lavoro a tempo indeterminato. Non hai garanzie di lavorare con regolarità, e può capitare di dimenticarsene quando si ha successo.
A lezione alla UCLA mi hanno raccontato la storia di uno sceneggiatore (per privacy non mi han detto il nome) che scrisse uno dei film più visti degli ultimi trenta anni (purtroppo non mi han detto nemmeno il titolo, sempre per privacy) con un pubblico totale di circa un miliardo di persone!!! Dopo questo enorme successo sparì dalle scene, non lo si vide più. Io subito ho pensato si fosse già stufato di quel lavoro, che avesse per qualche motivo perso la passione, e invece la ragione era un’altra: non era stato lui a voler sparire, ma lo show business.
Richard Walter, il mio professore di sceneggiatura, mi ha spiegato che questo scrittore aveva commesso due imperdonabili errori:
- Aveva licenziato il suo fedele agente, pensando di potersela cavare da solo ora che aveva un nome nel settore.
- Aveva rifiutato decine e decine di progetti “minori” per mettersi sotto contratto con una sola casa di produzione.
Si era così tolto dal mercato. Si era scavato la fossa da solo. La superbia e l’inesperienza in quel mondo gli son costati la carriera.
I VIP e le superstar esistono solo nei giornaletti scandalistici e in quei telegiornali che il giornalismo non sanno nemmeno come si scrive.
La verità è che…
Il successo nello spettacolo non ti garantisce il lavoro a vita!
I pericoli non li corrono solo gli sceneggiatori più bravi del mondo. Qualunque scrittore, dopo il suo primo ingaggio, rischia di prendere un pessima abitudine: smettere di scrivere.
Non devi mai smettere di scrivere!
Possono passare anni e anni fra un ingaggio e l’altro, e se nel frattempo non ti sei “mantenuto in forma” scrivendo stai pur certo che non sarai più in grado di creare nulla di buono.
Adotta l’abitudine di scrivere sempre, anche quando nessuno ti ha pagato.
Soddisfazione
Circa un decennio fa un uomo con una valigetta di legno entrò nel Museo d’Arte Moderna di New York. Attraversò qualche sala fino a fermarsi davanti ad un quadro piuttosto famoso e che era ospite del museo da tanti anni. L’uomo aprì la valigetta e tirò fuori una tavolozza e qualche colore. Delle guardie si avvicinarono pronte ad intervenire, e bloccarono l’uomo non appena questo tentò di toccare il quadro col pennello sporco di colore.
Lui si mise a protestare animatamente, affermando di essere l’autore di quel quadro, ma non poté evitare le manette e l’arresto.
Dopo più di un ora in questura venne appurato che effettivamente era davvero chi diceva di essere. Gli chiesero allora che cosa cavolo stesse facendo al suo quadro! Lui, tranquillamente, rispose: “Lo stavo sistemando. Ero stato al museo tre giorni fa e ho notato che nel angolo a destra alcune pennellate sono sbiadite”.
E così un artista di fama internazionale, più ricco di quello che avrebbe mai potuto immaginare, apprezzato in tutto il mondo per i suoi quadri ancora non era soddisfatto di uno dei suoi più grandi capolavori.
Qui la questione non è essere bravissimi o perfetti, bensì non rincorrere mai la soddisfazione!
Non lavorare per sentirti poi soddisfatto. Non potrai mai esserlo.
Una qualsiasi opera d’arte viene dall’anima e dal cuore dell’artista, e quando l’artista cresce ed evolve con gli anni e con l’esperienza, pure la sua anima e il suo cuore saranno cambiati. Quindi non saranno più in armonia con l’opera fatta anni prima. È normalissimo, ed è giusto che sia così. Ti devi evolvere come persona e come artista. Non sei più la persona che ha scritto quella sceneggiatura otto anni fa. Ed è normale.
E proprio per questo motivo non devi mai e poi mai andare in cerca della soddisfazione eterna nei lavori che fai. Non impazzire dietro infinite correzioni anche dopo anni dalla pubblicazione di una tua sceneggiatura.
La tua opera deve essere perfetta per il te stesso che la sta creando, non per il te stesso di dieci anni più vecchio.